Suggerimenti sull’uso corretto del linguaggio

20/11/2017

Chi parla abbia sempre la massima cura del linguaggio, con la preoccupazione, costante, di conservare, in ogni circostanza, attenzione all’ascolto autentico e rispetto nei confronti del proprio interlocutore.
Anche in presenza di opinioni fra loro confliggenti, si conservi sempre un dissenso pacifico unito alla più aperta disposizione d’animo, rifuggendo sempre dallo scherno, dall’ira, dal disprezzo.
Porsi con mitezza è una mano tesa che crea ponti.
L’asprezza e la mancanza di considerazione pregiudicano la comprensione reciproca.
Ci si tenga lontani dai linguaggi scandalosi prescelti con la giustificazione che sono i fatti di cui si parla a renderli tali.
Anche in presenza di questi fatti non si perda mai la misura e il tono distaccato di chi non intende farsi coinvolgere nella immoralità dilagante.
Si eviti – categoricamente – di parlare male dei fratelli. Parlare male conduce anche a pensare male. L’uso del linguaggio offensivo e ingannevole finisce inevitabilmente per offuscare la propria visone della realtà. Rende ciechi.
Si rifugga anche dal semplice pettegolezzo specie se prescelto per insinuare concetti o immagini velenose.
Siate, invece, semplici, diretti, pratici e, se, a volte, la Vostra parola risultasse doverosamente dura o scomoda, fate in modo che venga accolta con l’atteggiamento di chi vuole fare un passo in avanti. Così, anche la parola ferma e severa finirà par causare un bene concreto.
La parola sia sempre un seme che mette radici nella terra buona.
CorreggeteVi l’un l’altro con amore fraterno e, se qualcuno critica, abbiate la grandezza d’animo di salvare la critica. Anche se la critica brucia. Specie se ingiusta.
In presenza di idee preconcette, non è inutile il confronto se mossi dalla convinzione profonda che, alla fine, prevarrà sempre l’opinione corretta.
Quando si è, invece, in presenza di discorsi che, per il modo in cui sono formulati, sono soltanto un mezzo perché il male si insinui nel modo di pensare nell’altro, prudenza suggerisce di allontanarsi per evitare di ingerire il veleno di quelle parole.