Massoneria

Al Goose and Gridiron (“L’Oca e la Graticola”), una scalcinata e fumosa birreria nel centro di Londra, quella del 24 giugno 1717 non fu una sera come le altre. Almeno per un particolare gruppo di avventori, vistosamente diverso dagli abituali e grossolani clienti del locale. Tra loro v’erano infatti aristocratici di altissimo rango, intellettuali, facoltosi borghesi e scienziati della prestigiosa Royal Society britannica. Con malta a cazzuola avevano ovviamente poco a che fare, eppure si definivano masons (dal francese maçons, “muratori”) e chiamavano “logge” i loro luoghi d’incontro nella City, come le capanne attigue ai cantieri in cui i costruttori del Medioevo riponevano gli attrezzi e si incontravano per discutere i dettagli del lavoro. Richiamo più allegorico che reale: fabbricare non edifici in mattoni ma un nuovo tipo d’uomo era infatti il fine ideale dei membri di quattro diverse logge londinesi, che quella sera di trecento anni fa stabilirono di riunirsi nella Gran Loggia di Londra. Fu l’atto ufficiale di nascita della moderna Massoneria.
La massoneria è un fenomeno dalle mille anime contrastanti: scientifica ed esoterica, aristocratica e rivoluzionaria, religiosa e anticlericale. Ma, ancor più, è un’istituzione eterogenea: con innumerevoli varianti di struttura (“obbedienze”) e di sostanza (“riti”) è diffusa in tutto il mondo e ancora oggi continua a far discutere. Libera catena di unione o potere occulto? Pioniere del pensiero moderno e dei diritti umani o segretissima cupola di burattinai della finanza e del potere? Tra apologie e denigrazioni, il dibattito dura da tre secoli e su di esso si sono spesi fiumi d’inchiostro, ma la sua vera origine sta tutta in quel dopocena tra gentlemen inglesi del primo Settecento.
Pensiero massonico. Ma perché nacquero i “liberi muratori”, e soprattutto, perché in Gran Bretagna? «Le classi dirigenti del tempo sentivano l’esigenza di confrontarsi sul sapere in modo pacifico», spiega lo storico Aldo Alessandro Mola, autore di Storia della Massoneria dalle origini ai nostri giorni (Bompiani, Milano) e tra i massimi studiosi italiani della materia. «Gli ultimi due secoli avevano vissuto guerre civili e scontri religiosi devastanti: dallo scisma anglicano di Enrico VIII alla Guerra dei Trent’anni, fino alla Guerra di Successione spagnola, uno dei più più intricati conflitti del XVIII secolo, concluso solo due anni prima della nascita della Massoneria. Il grande anelito delle ‘teste pensanti’ dell’epoca era dunque quello alla convivenza, unita alla ricerca culturale basata sul confronto con gli altri anziché sulla supremazia di questa o quella fede». Il fatto, poi, che i liberi muratori siano nati in Gran Bretagna, e non in un altro paese, ha pure una sua spiegazione. Continua l’esperto: «A differenza del resto d’Europa la Gran Bretagna, col suo retaggio di libertà civili – è il Paese, del resto che ha inventato i club – possedeva le condizioni storiche per ipotizzare situazioni in cui persone colte di tutti i ceti potessero incontrarsi e discutere senza pregiudizi. Con alcune eccezioni, però: le questioni religiose e politiche furono bandite sin dall’inizio dalle logge perché causa di conflitti».
L’esigenza del “confronto” del resto era anche figlia dei fermenti culturali dell’epoca. A partire dall’Illuminismo e dall’apertura alle nuove scienze (si pensi all’ “antiquaria”, cioè l’archeologia) fino alle teorie evoluzioniste. Con queste, un secolo dopo, sarà proprio Charles Darwin, a scardinare l’idea biblica di un mondo vecchio “appena” 4mila anni. Non sappiamo se Darwin sia stato massone. Il darwinismo invece è massonico: è la libertà di ricerca.

Le gilde dei muratori. Quella del 1717 fu la certificazione dell’esistente: le logge esistevano già ma erano un’invenzione recente, non più vecchia di mezzo secolo. Prima ancora c’erano le antiche gilde di arti e mestieri, tra cui spiccavano quelle dei professionisti dell’edilizia, l’ Arte Reale. Detentori di conoscenze segrete e gelosamente custodite, architetti e muratori beneficiavano di numerose esenzioni e franchigie, da cui il soprannome di “franchi” o “liberi” (freemasons, in francese franc-maçons, in italiano “framassoni”). Le loro corporazioni andavano perdendo importanza economica, ma conservavano un ricco e suggestivo patrimonio leggendario legato a costruttori e costruzioni celebri dell’antichità: l’arca di Noè, il tempio di Salomone, le piramidi egizie…. Sarebbe stato proprio questo retroterra, secondo alcune teorie, ad attirare nelle logge “operative” (cioè dedicate ad opere tangibili: chiese, palazzi, ecc.), ormai in declino, alcuni “accettati”, persone estranee al mestiere che pian piano se ne impadronirono e ne fecero vivaio di scambi prettamente filosofici o scientifici. Squadra e compasso, strumenti-base dell’arte muratoria, restarono come simboli allegorici delle nuove logge “speculative” che inglobarono anche la preesistente mitologia. Crearono così per i loro nuovi obiettivi massonici un “albero genealogico” fittizio che spaziava dalle civiltà preelleniche ai cavalieri crociati. «Sostanzialmente era un’invenzione; o meglio, una metafora ‘nobilitante’ per spiegare quanto antico fosse l’impulso alla conoscenza che caratterizzava queste organizzazioni», spiega Mola. «Sin dall’inizio però la Massoneria si configurò come un ordine iniziatico, cioè quale struttura regolata da precetti precisi e caratterizzata da un cammino di perfezionamento che si apre appunto con l’‘iniziazione’ del nuovo membro. La nuova entità assorbì i due tradizionali ruoli presenti nelle antiche corporazioni muratorie, quello di apprendista e compagno d’arte, aggiungendone un terzo: il grado di maestro, cioè di colui che ‘muore’ alla vecchia esistenza per ‘risorgere’ ad una visione filosofica della vita».
Regole e cerimoniali. Quanto alle regole della Massoneria, codificate nel 1723 con le Costituzioni redatte dall’ecclesiastico presbiteriano James Anderson, erano piuttosto rassicuranti: essere buoni mariti e padri, leali verso lo Stato, credenti in Dio e nell’immortalità dell’anima. «L’aspetto ‘eversivo’, che sin dall’inizio attirò sulla Massoneria l’ostilità dei poteri civili e religiosi e ne sancì il carattere di società segreta, stava invece nel fatto che i suoi affiliati si trovavano insieme a discutere in modo pacato e paritario tra persone di fedi e visioni politiche differenti: una cosa che all’inizio del Settecento non era affatto scontata. C’era infine un evidente aspetto elitario, non solo sul piano intellettuale ma anche economico: per diventare massoni era richiesta una consistente ‘quotizzazione’, cioè un versamento in denaro, per fronteggiare le necessità del sodalizio. Non bisogna però nascondersi che le logge divennero anche luoghi d’incontro di personalità eccentriche, libertari e anche libertini. Bastino tra i tanti massoni del Settecento gli italiani Giacomo Casanova e Cagliostro, cioè Giuseppe Balsamo, occultista secondo alcuni, ciarlatano secondo altri: morto prigioniero nel “pozzetto” del Forte di San Leo”. liani pie copertura di avevano anche molti ».
Con le regole arrivò anche un cerimoniale di nuova concezione. I massoni inglesi partecipavano alla vita di loggia cingendo i fianchi con un grembiule, simbolo dell’alacrità degli antichi artigiani, e abbandonando all’esterno i “metalli”: una catenina, un orologio e soprattutto i soldi, considerati ostacolo all’armonia dei loro incontri. I “templi”, cioè i luoghi dove pian piano i massoni iniziarono a riunirsi in modo stabile, pescando liberamente da varie tradizioni ermetiche si arricchirono ben presto di elementi architettonici ed arredi tipici di una vera e propria liturgia alternativa: dalle colonne Jachin e Boaz (“Stabilità” e “Forza”) che fiancheggiano l’ ingresso nella “sala dei lavori” ad immagine dell’ingresso nel tempio di Salomone descritto dalla Bibbia, al pavimento a scacchi bianchi e neri, simbolo dell’alternanza di bene e male, fino al celebre triangolo che ben presto non identificherà più il Dio-persona cristiano ma il Grande Architetto dell’Universo, una Entità suprema su cui le diverse provenienze religiose dei confratelli potevano concordare.
Il modello fa proseliti. E dopo? Difficile dare conto in breve delle innumerevoli diramazioni nate dal tronco originario anche perché, oggi come ieri, una Massoneria “unitaria” non esiste. Dall’Inghilterra in brevissimo tempo i Liberi Muratori si diffusero oltremare: da un lato verso le colonie americane, dove massoni quali Benjamin Franklin, George Washington e Thomas Jefferson redassero nel 1776 la Dichiarazione d’Indipendenza dalla madrepatria inglese, dall’altro sul continente europeo. In Italia la scomunica decretata nel 1738 da Papa Clemente XII non impedì l’affermazione della Massoneria, iniziata dalla prima metà del Settecento a Firenze per poi estendersi nel Meridione ove nel 1750 il celebre principe ed alchimista Raimondo di Sangro fondò la Gran Loggia Nazionale di Napoli. Prima che in Italia, però, l’istituzione aveva attecchito Oltralpe. Il Grande Oriente di Francia affiliò philosophes come Voltaire, tenne a battesimo l’Enciclopédie di Diderot e D’Alembert prima e gli ideali libertari della Grande Rivoluzione poi, ma soprattutto creò le Logge cosiddette “di adozione” che ammettevano anche le donne. A differenza del rigido rito inglese, immutato nel suo maschilismo ancora oggi: «alcuni sovrani britannici sono stati Gran Maestri della Massoneria, ma Elisabetta II in quanto donna non potrebbe nemmeno essere un semplice apprendista», chiarisce il nostro esperto. “La Regina, aggiunge, sa che i massoni sono fedeli non alla persona fisica ma alla Corona, allo Stato e alle libertà che esso assicura, dopo le tante rivoluzioni”. Tra le francesi di buona famiglia entrate in loggia vi fu invece Giuseppina de Beauharnais, moglie di quel Napoleone che i massoni acclamarono come il nuovo modello di sovrano, e che da loro – inclusi i suoi stessi fratelli, tutti “muratori” – fu fortemente influenzato anche nella redazione del suo celebre Codice civile.
Arriva il Goi. Da inizio Ottocento la storia si fa ancora più articolata. Partendo stavolta dagli Usa, ove un aristocratico francese, il conte Auguste de Grasse-Tilly, nel 1801 aveva insediato il Rito Scozzese Antico e Accettato: un nuovo sistema simbolico nel quale gli originari tre gradi massonici lievitavano a 33, in una complessa “scala di perfezione” fondendo richiami alla Cabala ebraica, all’esoterismo egizio e persino della tradizione templare (l’aggettivo “scozzese” si rifà infatti alla leggenda, secondo cui alcuni cavalieri del Tempio si sarebbero rifugiati nelle Highlands dopo la soppressione del loro Ordine nel 1314). Pochi anni dopo il nuovo rito s’insediò anche a Milano e vi creò il Grande Oriente d’Italia (GOI). «Come Gran Maestro fu nominato il giovane Eugenio di Beuaharnais, che all’epoca era viceré d’Italia», spiega Mola. «L’obiettivo politico del GOI era proprio quello di formare una classe dirigente in grado di sostenere il 24enne figlio adottivo di Bonaparte nei suoi compiti di governo». Conclusa la stagione napoleonica, la Massoneria prese parte attiva alla stagione delle cospirazioni e dei moti costituzionali in Italia. «Contrariamente a quanto si crede, però, non ebbe un grande ruolo politico-militare nella fase finale del processo di unificazione culminata con la presa di Roma nel 1870. Fu invece determinante in quella successiva legata alla costruzione del nuovo Stato, dove molti massoni lasciarono la loro firma su novità importanti: dalla legge Coppino sull’istruzione elementare obbligatorie al codice penale Zanardelli che abolì la pena di morte». Nel 1908 uno scisma interno al GOI creò la Gran Loggia d’Italia, meno anticlericale e dal 1960 aperta alle donne. Altre denominazioni massoniche si aggiunsero in seguito, mentre il viaggio dei Muratori italiani nel “secolo breve” proseguiva a tappe faticose, tra le soppressioni del fascismo e una complicata rinascita del secondo dopoguerra, tra luci e ombre della nostra storia recente.
“Molti associano il nome della Massoneria e i suoi rituali a poteri occulti, a trame rivoluzionarie, a intrighi finanziari e a Circoli onnipotenti, dalle sigle molteplici. In Italia incombe – conclude Mola – incombe lo spettro della Loggia Propaganda Massonica n.2, o “P2”. Il mito e la realtà spesso si confondono: come il diamante, puro ma con tante sfaccettature”.

MASSONI CELEBRI
Uomini di governo ma anche luminari, pensatori, artisti… dal Settecento ad oggi, il novero di celebrità delle quali si conosce con certezza l’appartenenza alle logge massoniche è davvero sterminato. A partire da politici e condottieri, dove l’elenco spazia dal nostro Giuseppe Garibaldi al suo omologo sudamericano Simon Bolivar e allo statista inglese Winston Churchill, dai presidenti Usa George Washington e Franklin Delano Roosevelt fino al fondatore della Turchia moderna Mustafà Kemal Atatürk. Sul fronte letterario la Massoneria arruolò Oscar Wilde, Wolfgang Goethe e Rudyard Kipling, e poi gli italiani Ugo Foscolo, Vincenzo Monti, Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Gabriele D’annunzio e persino il creatore di “Pinocchio” Carlo Collodi. Ed ancora, Liberi Muratori furono musicisti come Mozart, scienziati come Louis Pasteur ed Enrico Fermi, filosofi come Voltaire, Schelling e Fichte, linguisti come il creatore dell’Esperanto Ludwik Zamenhof, divi di Hollywood come John Wayne e Clark Gable. Ma anche una star del cinema di casa nostra: Antonio de Curtis, l’indimenticabile Totò.

CRONOLOGIA MASSONICA

1717 Il 24 giugno, sacro a san Giovanni Battista, protettore della massoneria, quattro logge formano la Gran Loggia di Londra, germe dell’attuale Gran Loggia Unita d’Inghilterra, costituita nel 1813.

1723 Pubblicazione della Costituzione della Fraternità dei Massoni Accettati a cura di James Anderson e John Desaguliers.

1730 Installazione a Firenze della prima loggia massonica in Italia, formata da inglesi. Nel 1732 vi viene iniziato il primo italiano, il medico Antonio Cocchi. Nel 1725 il violinista Francesco Saverio Geminiani era stato inizia in una loggia londinese.

1738 Con la Lettera apostolica In Eminenti Apostolatus Specula papa Clemente XII scomunica i massoni, già condannati dai poteri civili di vari Paesi europei perché si radunavano senza chiedere autorizzazioni.
La Gran Loggia di Londra modifica la Costituzione: da teista (credente nel Dio Persona) la massoneria diviene deista (esige la fede nell’Ente Supremo o Grande Architetto dell’Universo e nell’immortalità dell’anima).

1739 Il segretario di Stato vaticano, cardinale Ercole Firrao, decreta la pena di morte per i massoni, la confisca dei loro beni e la distruzione degli edifici in cui si radunano. Il provvedimento ha però efficacia solo nei Paesi i cui sovrani la approvano. Non lo applicano la Francia, il Sacro Romano Impero, e la Prussia, il cui re Federico II il Grande sarà iniziato massone così come Francesco Stefano di Lorena, marito dell’Imperatrice Maria Teresa d’Asburgo.

1751 Con la bolla Providas romanorum pontificum papa Benedetto XIV ribadisce la scomunica dei massoni.

1773 Dopo la Gran Loggia di Napoli, fondata dal coltissimo Raimondo di Sangro principe di San Severo, nasce il Grande Oriente di Francia.

1778 Voltaire, caposcuola dell’Illuminismo francese, viene iniziato massone nella loggia “Les Neuf Seurs”, comprendente scienziati, artisti, ecclesiastici e filosofi.

1782 Fallisce il tentativo del duca Ferdinando di Brunswich di documentare le radici templari della massoneria moderna. In Baviera si afferma la setta degli Illuminati fondata dal filosofo ed ex massone Adam Weishaupt.

1801 Viene costituito a Charleston (USA) il primo Supremo Consiglio del Rito scozzese antico e accettato. Il secondo verrà costituito a Parigi tre anni dopo.

1805 sempre a Parigi, viene costituito il Supremo Consiglio del RSAA d’ Italia, che il 20 giugno crea in Milano il Grande Oriente d’Italia (GOI).

1813 Nasce a Londra la Gran Loggia Unita (GLU) d’Inghilterra.

1820-1821 Dopo la Restaurazione (1814-1815), con la Carboneria e altre società segrete, la massoneria prende la guida delle cospirazioni e dei moti costituzionali in Italia.

1844 Giuseppe Garibaldi (1807-1882), da dieci anni esule nell’America meridionale, è iniziato massone nella loggia “Les Amis de la Patrie” di Montevideo, all’obbedienza del Grande Oriente di Francia. Tornato in Italia promuoverà logge e sarà eletto Gran Maestro (1864).

1862 In gennaio viene costituito a Torino un nuovo Grande Oriente Italiano (poi “d’Italia”), che nel 1862 chiede formale riconoscimento alla GLU d’Inghilterra. Lo otterrà un secolo dopo.

1877 La GLU d’Inghilterra rompe le relazioni con il Grande Oriente di Francia (GOF), che rende facoltativa nei lavori e documenti iniziatici la formula “Alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo” e accoglie anche atei dichiarati.

1900 Il GOI si insedia in Roma a Palazzo Giustiniani (col cui nome verrà a lungo identificato).

1908-1910 Una parte del Supremo Consiglio del Rsaa, presieduta da Saverio Fera, costituisce la Gran Loggia d’Italia, contrapposta al Grande Oriente d’Italia. Dalla sede prenderà nome di “Piazza del Gesù”.

1914-1915 Il GOI si schiera a favore dell’intervento dell’Italia nella Grande Guerra.

1925 Fortemente voluta dal capo del governo, Benito Mussolini, la legge che vieta l’appartenenza dei pubblici impiegati ad a società segrete induce il GOI e la GLdI a sciogliersi per proteggere gli affiliati.

1929 La GLU d’Inghilterra ribadisce i capisaldi della massoneria legittima e regolare: credenza nell’Ente Supremo, divieto di discutere in loggia di religione e di politica, osservanza degli antichi capisaldi (Landmarks), tra i quali l’iniziazione esclusivamente maschile.

1943-1945 La massoneria italiana si riorganizza ma rimane divisa in vari Ordini o Obbedienze: GOI, Gran Loggia d’Italia, Massoneria Unificata. Ciascuna organizzazione ottiene riconoscimenti esteri (da Grandi Logge americane, dal Grande Oriente di Francia, etc.).

1960 La GLdI pratica l’iniziazione femminile, intrapresa da Garibaldi sin dal 1870.

1974 Il Prefetto per la dottrina della Fede, Ferenc Seper, autorizza l’iniziazione di cattolici a logge che non cospirino contro la Chiesa. Nel 1983 il suo successore, cardinale Joseph Ratzinger, dichiara che “rimane immutato il giudizio negativo della Chiesa cattolica sulle associazioni massoniche” benché il nuovo Codice di Diritto Canonico non le menzioni.

1982 La loggia “Propaganda massonica n. 2”, incorporata nel GOI e presieduta dal maestro venerabile Licio Gelli,  è sciolta con l’addebito di essere un’associazione segreta. Tredici anni dopo i suoi componenti vengono assolti dall’imputazione di cospirazione politica. Una Commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dalla deputata Tina Anselmi, indaga sulla sua opera (1982-1984).

1993 La GLU d’Inghilterra disconosce il GOI e riconosce la Gran Loggia Regolare d’Italia, fondata da Giuliano Di Bernardo, ex gran maestro del GOI.
Si susseguono annualmente le Assemblee (Grandi Logge) del GOI e della Gran Loggia d’Italia, in forma parzialmente pubblica.

2016 Primo incontro pubblico dei grandi maestri del GOI e della GldI, Stefanio Bisi e Antonio Binni; replicato nel 2017. La Commissione parlamentare antimafia, presieduta dall’on. Rosy Bindi, dopo varie audizioni di esponenti delle organizzazioni massoniche ordina il sequestro degli elenchi degli affiliati al GOI e alla GldI dal 1990 in poi.

2017 La Massoneria è presente in forme libere in tutti i Paesi a democrazia parlamentare ed è fiorente a Cuba. La sua espansione nei Paesi dell’Europa orientale rimane modesta. Più vasta è in Africa. Rimane vietata, sotto pesanti pene, nei Paesi islamici fondamentalisti.