La Gran Loggia d’Italia ripudia la guerra e lancia una rete di iniziative per aiutare il popolo ucraino

03/05/2022

La Gran Loggia d’Italia ha effettuato una raccolta fondi volta a sostenere il prezioso lavoro che la Croce Rossa nazionale e internazionale sta svolgendo nel territorio dell’Ucraina. L’iniziativa, che ha fatto registrare un grande interesse non solo nella stretta cerchia degli addetti ai lavori, si inserisce nell’orizzonte più vasto di un’azione di solidarietà che coinvolge la rete delle sedi territoriali che, da Nord a Sud dell’Italia, stanno offrendo il loro supporto ai volontari impegnati nell’accoglienza dei profughi. “Siamo di fronte al più grande flusso migratorio in Europa dal dopoguerra ad oggi – ha detto il Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Luciano Romoli – il dramma umanitario che si sta profilando, oltre ad aver riportato l’orologio della storia indietro di un secolo sollecita la nostra coscienza di uomini impegnati nel sociale a una risposta concreta. La Gran Loggia d’Italia degli A∴ L∴ A∴ M∴ che mi onoro di rappresentare è vicina al popolo ucraino, animata non da un generico spirito filantropico, ma da una forte volontà di agire per difendere il principio di autodeterminazione e l’autonomia di una nazione che rivendica la sua libertà e sovranità.

La partita in gioco è troppo grande per lasciare indifferente la nostra Comunione, infatti la Massoneria ha storicamente contribuito nella seconda metà dell’Ottocento alla nascita del primo nucleo della Croce Rossa e alla formulazione della convenzione di Ginevra, che antepone agli interessi i diritti universali del cittadino, che devono rimanere, soprattutto in un periodo così difficile della storia, la nostra stella polare”.

Dobbiamo ricucire – conclude Romoli – il nostro rapporto con gli altri esseri viventi e con la natura per recuperare un equilibrio sostenibile. Siamo passati dalla condizione di homo sapiens a quella di homo frater. Significa che non possiamo accontentarci della dimensione contemplativa, siamo infatti chiamati a esercitare la fratellanza, investendo nell’impegno civile. Nel mondo interconnesso sarà la fraternità a rifondare la geopolitica. Solo mettendo in atto “gesti fraterni” si potranno intraprendere progetti a lungo termine, capaci di mettere fine alle sofferenze della guerra e di promuovere un nuovo progetto di sviluppo della civiltà umana”.