De laudatione dubii (dell’elogio del dubbio)

20/11/2017

La condizione dell’uomo, che aspira alla conoscenza, è intermedia, non di sola luce, né di totale oscurità.
In questa penombra, ci si apre alla ricerca, mettendosi in cammino.
Nella strada ci viene incontro l’inevitabile dubbio nella sua duplice polarità di positivo e negativo.
Positivo, quando è la premessa di un pensiero certo, frutto della critica serrata, senza condizionamenti derivanti dalla autorità o da qualsiasi altro elemento che possa paralizzare la libertà e l’autonomia.
Negativo, quando è invasivo a tal segno da atrofizzare e distruggere.
Mentre il primo tipo di dubbio aiuta a rendere più chiaro e, dunque, a attingere la verità, il secondo, all’opposto, paralizza, rendendo completamente prigionieri.
Il dubbio positivo è prezioso perché coltiva l’umiltà mettendo al riparo dal dogmatismo e dal fondamentalismo.
Quello negativo è distruttivo perché, anziché nella certezza, sfocia nello scetticismo e nel nichilismo.
Stantibus sic rebus, la verità deve essere vigilata sempre e soltanto dal dubbio positivo.
Nell’elogio del dubbio, non rientra, invece, il dubbio di chi dubita provocatoriamente al solo fine di mettere in difficoltà il proprio interlocutore.