SATOR / ROTAS

22/01/2021 21:00

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Il SATOR / ROTAS è forse l’enigma storico più studiato di questi due ultimi secoli. Il gioco grafico letterale, il mistero, il messaggio esoterico criptato, l’anagramma, il crittogramma religioso, il simbolo magico apotropaico, le allusioni a filosofie antiche, hanno affascinato le menti alla ricerca del suo significato, trascinando in un mondo di suggestioni e rimandi, con accenni ed insegnamenti che formano un’architettura nel tempo e nello spazio della memoria. Il Sator ha catalizzato su di sé immaginazione, desideri e preghiere; è stato usato e amato da personaggi storici, medici, monaci, architetti, maghi e cavalieri, accumulando fascino, e quasi una certa nostalgia, fino ad oggi ed a noi che guardiamo ancora a questo SATOR come ad un cubo di Rubrik esoterico e filosofico. Matematici, storici, filosofi, archeologi, paleografi, esoteristi, maghi. Tutti hanno cercato di dominare questo palindromo, unico superstite dell’amore di un mondo passato e di tradizioni non solo mediterranee, per il linguaggio che rivela e nasconde, attraverso numeri e parole, per il simbolo mistico e iniziatico. È stato scritto e recitato proprio perché il suono della parola è più forte ancora del simbolo grafico, la cui forza cambia se graffito o inciso sulla pietra o solo ricordato con l’inchiostro. I simboli sono più forti delle sequenze cosiddette logiche e il SATOR è un simbolo caleidoscopico, che probabilmente ormai ha svelato il suo significato iniziale, ma ciononostante ha continuato ad attrarre con altre interpretazioni. E chissà che non siano tutte vere. In fondo la memoria del mondo non ha spazio né tempo e tutto è legato a tutto… al tutto.

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